European Ars Nova
Dante Alighieri in Italia, e un secolo dopo Eustache Deschamps in Francia, descrivono la poesia lirica come musica in se stessa, come testo dotato di una propria armonia proporzionale, cantus per Dante, musique naturele per Deschamps, e precisano che il testo lirico è strutturato in modo che possa ricevere un’intonazione musicale (sonus, nota, melos, oda per Dante; musique artificiele per Deschamps): ‘ogni stanza è armonizzata per ricevere un certo tipo di melodia’ (De vulgari eloquentia); ‘verosimilmente le canzoni naturali sono abbellite dalla melodia della musica artificiale’ (Art de dictier).
Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, la poesia lirica in volgare incontra la polifonia. Alcuni testi vengono intonati adottando il sistema di notazione della musica mensurabilis, che assegna valori certi di durata ai suoni. Nei primi decenni del Trecento, la musica mensurabilis si rinnova, si ammette la divisione binaria dell’unità di misura del tempo accanto alla divisione ternaria, e la possibilità di rappresentare valori brevissimi. Il nuovo sistema di notazione, definito ars nova, corrisponde all’esigenza di scrivere una musica ritmicamente più complessa.
La complessità della polifonia dell’Ars Nova, la sua ornamentazione melodica, le sue elaborate soluzioni ritmiche, possono offuscare la distinta comprensione delle parole. Ascoltando le composizioni dell’Ars Nova su testo poetico di nuova invenzione, l’orecchio non è sempre in grado di percepirne pienamente il senso. Nelle composizioni politestuali, in cui alle diverse voci corrispondono testi diversi cantati simultaneamente, l’offuscamento del testo poetico raggiunge l’apice. Questa forma di convivenza di poesia e musica, in cui la musica sembra sovrastare la poesia, ha generato nella nostra percezione l’idea che la parola sia subordinata alla musica, e di conseguenza che i testi intonati dai polifonisti dell’Ars Nova costituiscano un repertorio secondario e trascurabile, e non la necessaria premessa formale e tematica della composizione musicale. Ma in realtà, molti di questi testi poetici rivelano un raffinato simbolismo e un ricercato virtuosismo tecnico, che smentiscono la corrente valutazione storico-critica.
Alla luce di queste considerazioni, la prima linea del progetto intende rivalutare e interpretare il repertorio dei testi poetici dell’Ars Nova (circa 1200, in latino italiano e francese), cercando di capire contestualmente cosa diventa la poesia quando viene assorbita dalla complessa architettura della polifonia, cosa diventa il rapporto tra le due musiche, della parola e dei suoni, quale il suo significato, quale la sua percezione.
Le prime composizioni nello stile dell’Ars Nova, i mottetti del Roman de Fauvel, sono funzionali alla satira politica e prospettano una vocazione militante. Inoltre, molti polifonisti dell’Ars Nova erano chierici o monaci attivi nei principali centri culturali europei, al servizio di alti prelati e signori per i quali la musica aveva anche una funzione di propaganda personale e istituzionale. Eppure, la maggior parte dei testi poetici intonati si colloca nel solco della grande tradizione della poesia d’amore romanza e non ha, almeno apparentemente, nulla a che vedere con la morale e la politica.
Ma quale amore? Lo status sociale dei polifonisti dell’Ars Nova, come anche i loro legami con le istituzioni ecclesiastiche, ci autorizzano a pensare che nella poesia da loro intonata l’amore profano e l’amore sacro (caritas) trovassero una via di conciliazione. Su queste basi, la seconda linea di ricerca del progetto intende verificare in che modo l’ideologia dell’amore cortese di cui questa poesia è intrisa può conciliarsi con lo status dei polifonisti che l’hanno intonata e che in qualche caso ne sono anche autori e se è possibile attribuire a questi testi d’amore un significato morale e politico e una funzione militante.
Le antologie musicali che conservano il repertorio dell’Ars Nova e che costituiscono la parte più importante della tradizione manoscritta sono state allestite in ambiente ecclesiastico tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV, quando le maggiori autorità laiche e religiose perseguivano con ogni mezzo l’obiettivo di risolvere lo Scisma. Si tratta perlopiù di antologie multilingue allestite in Italia o comunque da copisti italiani, che raccolgono composizioni su testi in latino, italiano e francese. Da sempre analizzate per il loro contenuto musicale, le antologie dell’Ars Nova sono il frutto di elaborati progetti editoriali sviluppati e arricchiti nel tempo, e il loro orientamento ideologico non può essere compreso senza tener conto dei testi poetici, tanto più che la poesia dell’Ars Nova è conservata, oltre che dai codici con musica, da un notevole numero di testimoni letterari, in cui figura come parte integrante del repertorio lirico complessivo.
Per queste ragioni, la terza linea di ricerca del progetto studierà la tradizione manoscritta ‘dalla parte dei testi poetici’, leggendo le antologie musicali dell’Ars Nova come raccolte di poesia, allo scopo di ricostruirne l’orientamento ideologico. L’obiettivo è quello di offrire un’analisi che colga il significato dei singoli progetti editoriali e il loro sviluppo nei codici compilati in più fasi, andando oltre gli aspetti materiali dei manoscritti, paleografici e codicologici. E si occuperà delle relazioni tra fonti musicali e letterarie, per cercare di definire quale sia la posizione della poesia dell’Ars Nova nell’insieme della lirica europea del Trecento e del primo Quattrocento.
La qualità e l’attendibilità dei risultati delle tre linee di ricerca possono essere garantiti solo se si fa fronte all’assenza di strumenti di base. Ad oggi, infatti, non abbiamo un catalogo delle composizioni che costituiscono il corpus. Molte delle edizioni di cui disponiamo sono inaffidabili, soprattutto per quanto riguarda i testi poetici. Non abbiamo repertori o studi complessivi sulle strutture formali dei testi poetici e dei testi musicali, che sono necessari ad affrontare su basi più solide l’analisi dei rapporti tra poesia e musica.
Il progetto prevede per questo l’allestimento del database ArsNova, formato da tre sezioni:
il catalogo dei manoscritti, degli autori e dei testi (CANT);
il corpus dei testi poetici e musicali (ANT);
il repertorio delle strutture metriche e musicali (ANS).
Il database ArsNova riflette la natura interdisciplinare e multilingue del progetto, e pertanto possiamo aspettarci che diventi uno strumento innovativo e un modello metodologico per il futuro degli studi sulla poesia e la musica del medioevo.
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